Il Genio di Palermo, il genius loci della città
Il genio di Palermo è una delle più antiche e complesse figure mitologiche della tradizione palermitana.
Il Genio era un essere immanente atto a proteggere il luogo in cui l’uomo e la sua famiglia dimoravano, il genius loci per l’appunto. Il Genio di Palermo rappresenta quindi il genius loci, che insieme a Santa Rosalia protegge Palermo. È la personificazione della città, simbolo dei suoi abitanti, di ogni origine o appartenenza etnica, culturale, religiosa e sociale.
Probabilmente le sue origini sono pre-romane, ma per quanto riguarda la simbologia non si hanno informazioni certe. A Palermo ne esistono diverse rappresentazioni, di cui sette sono le sculture (due delle quali fontane, il Genio di Piazza della Rivoluzione e il Genio di Villa Giulia), due dipinti in affresco e un’altra è un mosaico posto all’ingresso della Cappella Palatina.
Viene sempre raffigurato come un vecchio seduto in trono ed incoronato, con la barba divisa in due ciocche ed è accompagnato da un serpente nell’atto di morderlo o di succhiargli il petto e alle volte sormontato da un’aquila o con ai piedi un cane o, ancora, con in mano lo scettro.
La simbologia del serpente potrebbe avere più di un significato: esso è infatti tradizionalmente associato alla terra e all’acqua, alla fertilità, alla rinascita e al rinnovamento, l’animale è inoltre simbolo di prudenza e portatore di conoscenza associata alla forza fisica. La corona e lo scettro sono simboli della regalità, mentre il cane indica la fedeltà. Infine, l’aquila rappresenta la città.
Il legame con il Genio è molto forte, questo infatti può essere chiamato semplicemente Palermo. Il riferimento al Genio è poi contenuto nel grido “Viva Palermo e Santa Rosalia” che accompagna il Festino dedicato alla patrona della città. Infatti, il riferimento “Viva Palermo” vorrebbe dire “Viva il Genio“, e la frase vorrebbe dunque dire “Viva il Genio e Santa Rosalia“, entrambi protettori della città.